Surtout pas des grandes “gueules“ comme la France qui réprime les libres penseurs qui osent remettre en cause l’existence des chambres à gaz, et dont la police juive de la pensée agresse physiquement tous ceux qui osent remettre en cause la "religion" de la shoah, haulocoste [sic] ... etc... etc...
Il messaggio è assai banale, ma ciò che in esso (mi) colpisce è l'espressione libres penseurs: la negazione della Shoah non solo qui usa i mezzi (la libertà d'espressione) combattuti da chi la Shoah l'ha compiuta, ma addirittura si pone (o pretende di porsi) i fini di chi ha combattuto la Shoah. Da qui al "martirio" di novelli e poco credibili Voltaire, il passo è breve. Anzi, è stato già compiuto. Leggiamo infatti in "Progetto sociale" (a. VI, n. 6, giugno 2009), rivista del fascista Movimento Nazional Popolare, il seguente accorato appello di Kevin Käther, un negazionista frignante, che si è "autodenunciato per il reato di dubitare dell'Olocausto", il quale asserisce per giunta di lottare (insieme ai suoi "camerati") non solo grazie (il che sarebbe anche legittimo --- tuttavia, in tempi di ferro, temo [?] che i "diritti dei fascisti" debbano diventare un ossimoro), bensì & addirittura per i "diritti umani":
Da vero tedesco, mi sento obbligato
La faccia come il culo, in soldoni. Il 'sunto' di questo post-delirio è però l'imperdibile vignetta iraniana (incorniciata, su "Progetto sociale", dai piagnistei di Käther) che possiamo ammirare (peccato non si possa commisuratamente 'stirarne' l'autore; hint per i più giovani: stira e ammira) a degna introduzione del presente articolo.
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