mercoledì 25 maggio 2016

La tortura, l'omicidio e la political correctness



Uno dei sei bastardi che hanno torturato ed ucciso Mohamed Habassi*, Alessio Alberici, è (speriamo: era) un fumettista. Ecco la sua opinione "professionale" su Tex Willer:

Il famoso ranger secondo Alberici non è riuscito a schivare le pallottole del politicamente corretto: “Ha perso la sua grinta. Senza razzismo, ma da quando non si può più scrivere muso giallo, muso rosso, non si può dare senso storico. Vanno fatti parlare così, non se ne può più del politically correct”.

C'è poco da fare: dietro le lagnose e ipocrite critiche al politically correct (la "correttezza" è barbarica, in tempi barbari?) c'è sempre la voglia matta di ammazzare chi non puzza come te. Mr. Alberici l'ha fatto, pare, materialmente: ora, se condannato, imparerà, in galera (cioè troppo tardi), ad apprezzare il valore della correttezza politica. Auguri :)

* Da rilevare la curiosa scelta lessicale della "Gazzetta di Parma": "Un tragico regolamento di conti per un appartamento che l’inquilino, sfrattato, non voleva lasciare". "Regolamento di conti"? La tortura e l'assassinio di un uomo non vengono così equiparate all'occupazione di un appartamento? E poi dicono che la "scorrettezza politica" è innocente...