martedì 21 giugno 2016

Evola, la finanza e gli ebrei. L'eterno ritorno dell'idiozia.

"Si può parlare di tre fattori che nel 1938 indussero Mussolini ad affrontare il problema della razza. Il 5 agosto 1938 in una nota ufficiale fu dichiarato che 'il clima era ormai maturo per un razzismo italiano', pel quale nel successivo ottobre il Gran Consiglio tracciò le direttive fondamentali, i primi provvedimenti legislativi 'per la difesa della razza italiana' venendo promulgati il mese dopo. Dei tre fattori, quello che riguarda il problema ebraico era il più contingente. Nei primi scritti di Mussolini mancano riferimenti a tale problema. Si può solo citare un antico articolo con l'accenno ad un tema noto, ossia che l'ebreo, assoggettato e privato dei mezzi normali per lottare direttamente, nel mondo moderno è ricorso ai mezzi indiretti costituiti dal danaro, dalla finanza e dall'intelligenza (in senso profano) per esercitare un dominio e affermarsi. In più, in un articolo del 1919 Mussolini si era chiesto se il bolscevismo, appoggiato nelle sue origini da banchieri ebrei di Londra e di New York e avente (allora) numerosi ebrei fra i suoi dirigenti non fosse 'una rivincita di Israele contro la razza ariana'" (J. Evola, Il fascismo visto dalla destra. Note sul Terzo Reich, G. Volpe,  Roma 1970, II ed., p. 102).

Ciò che mi sembra interessante di questo passo è l'aggettivo "indiretti". Per Evola (e, a quanto pare, non solo per lui, a six e a dux :), fare denaro maneggiando il denaro è un mezzo "indiretto" (e per il quale occorre "intelligenza", non il "lavoro diuturno" con cui il ladro Vittorio De Sica coglionava l'onesto tassista Mastroianni in Peccato che sia una canaglia) di lavorare; anzi, nemmeno è un mezzo per lavorare, bensì è solo uno strumento utile ad "esercitare un dominio e affermarsi". Quindi, una realtà che Marx già conosceva, per Evola, per Tremonti e per gli "anti-kasta" attuali, è qualcosa di obliquo, a differenza del "diretto" bullone tremontiano (e, ahimè, bertinottiano). Naturalmente, il carattere obliquo e losco del denaro (che è una conquista, differenziandosi, come nesso del rapporto di produzione capitalistico, del Kapital, e una forma della liberazione dal dominio personale dell'uomo sull'uomo) bene e funestamente si sposa con le leggende antisemite circa il "carattere ebraico": sfuggente, astuto, infido e (of course) perfido. Ed ecco che il Mussolini sansepolcrista (e forse anche socialista; non so a che periodo risalga il primo articolo citato da Evola) fa 2 + 2, e trasforma quel che non è in grado di afferrare teoricamente in un veleno immaginario che infetta il rude e muscoloso lavoratore della tipica iconografia primo-novecentesca.

Allora si trattava di "spiegare" donde potesse esser sorto il "mostro sovietico", ora di capire quale sia la natura di una recessione eccezionale, non prevista né ancora ben compresa dagli stessi economisti; ma la soluzione è identica: ci sono degli "gnomi" (spesso ebrei, secondo la vulgata più delirante) che, riuniti in una cupola variamente denominata (massoneria, NATO, "le banche", l'FMI, il Club Bilderberg, etc.), ingobbiti sulla loro "indiretta" intelligenza, manovrano serotinamente contro l'"onesto lavoratore", facendo "invadere" da pericolosi aliens la Terra della Sera (perché? lo sanno "loro"...), e impoverendo il mercato con il quale, dicono i fasci-eterni, pur si arricchiscono (perché? lo sanno "loro"...). Avviene così che una realtà ben nota da secoli (il mercato del denaro) diventi una nebbia mitologica e ostile (come in Fog di Carpenter: i miasmi fantasmatici di antichi pirati assassini ancora ci perseguitano).

Stessi meccanismi retorici, stesse "conclusioni", mondo abissalmente diverso. C'è una ragione per cui si può parlare, per un movimento come il fascismo - privo di un pensiero unitario e di un qualunque straccio di teoria - di "eternità". Il "fascismo eterno" è l'eterno fascismo della mancanza di responsabilità e di dignità personale, del sospetto verso la curiosità scientifica e intellettuale, dell'odio verso la coscienza di classe e, diciamolo, anche verso la coscienza tout court