sabato 26 agosto 2017

Mafia & "nazionalismo internazionalista"

La curiosa caratteristica della mafia (delle mafie) è un ossimorico mix: il rispetto rituale di regole arcaiche legate alla *famiglia* e agli atavismi territoriali (il "controllo del territorio" ha una luuunga storia, pre-tanzaniana) & la capacità di agire su un piano internazionale: Calabria & Colombia fanno un buon matrimonio, e lanciano il loro bouquet alla Lombardia, che lo afferra prontamente: niente di personale; sono solo affari. Non me ne stupisco né me ne scandalizzo. In fondo, il capitalismo, mitologicamente parlando, vive appunto nel καιρός, nella capacità di cogliere il "momento giusto" (per agire).

Quel che è interessante (e umoristico), in questa faccenda, è la sinergia tra familismo primitivo e orizzonte globale. Forse - o, almeno, io credo che le cose stiano così -, il "nazionalismo" (un ferrovecchio di due secoli fa) e l'identitarismo sono solo formule ideologicamente adeguate alla spartizione gangsteristica del "territorio mondiale" di sfruttamento.

Gli archeo-fascisti sono contenti (conservano Padre Pio, la Chiesa ortodossa, e la purezza razziale: boliviano-bergamasca, s'intende :), mentre i neo-fascisti "de sinistra" (???) possono scagliarsi fancazzisticamente contro "le banche" cosmopolitiche (e pure un po' ebraiche :).

Ma non c'è niente da fare: quando un po-pollo incontra la realtà armato soltanto di favole, beh, quel po-pollo è un po-pollo morto. Darwin rulez.