martedì 16 giugno 2009

Libres penseurs?


Newsgroups: alt.culture.morocco, fr.soc.politique, soc.culture.iranian
Nickname dell'autore: merdokh (merdokh@gmail.com)
Titolo dell'art.: l’Iran n’a de leçon à recevoir de personne en matière de démocratie

Surtout pas des grandes “gueules“ comme la France qui réprime les libres penseurs qui osent remettre en cause l’existence des chambres à gaz, et dont la police juive de la pensée agresse physiquement tous ceux qui osent remettre en cause la "religion" de la shoah, haulocoste [sic] ... etc... etc...

Il messaggio è assai banale, ma ciò che in esso (mi) colpisce è l'espressione libres penseurs: la negazione della Shoah
non solo qui usa i mezzi (la libertà d'espressione) combattuti da chi la Shoah l'ha compiuta, ma addirittura si pone (o pretende di porsi) i fini di chi ha combattuto la Shoah. Da qui al "martirio" di novelli e poco credibili Voltaire, il passo è breve. Anzi, è stato già compiuto. Leggiamo infatti in "Progetto sociale" (a. VI, n. 6, giugno 2009), rivista del fascista Movimento Nazional Popolare, il seguente accorato appello di Kevin Käther, un negazionista frignante, che si è "autodenunciato per il reato di dubitare dell'Olocausto", il quale asserisce per giunta di lottare (insieme ai suoi "camerati") non solo grazie (il che sarebbe anche legittimo --- tuttavia, in tempi di ferro, temo [?] che i "diritti dei fascisti" debbano diventare un ossimoro), bensì & addirittura per i "diritti umani":

Da vero tedesco, mi sento obbligato ad assistere e a proteggere la mia patria, e ad aiutarla a tornare sul sentiero dell’integrità. Horst Mahler, che ha 73 anni, è stato condannato a 13 anni di prigione per il reato – non-violento – di aver diffuso degli ideali politicamente scorretti. Questo equivale a una condanna a vita, per un reato di stampo orwelliano. La condanna di Mahler evidenzia meglio di ogni altra cosa l’esigenza – imperativa – di combattere contro le menzogne dei malvagi nemici della Germania. Quello che è in gioco qui, non è solo una lotta astratta per i diritti umani, ma la stessa sopravvivenza della nostra nazione. Al nostro popolo sono stati inculcati dei fasulli sensi di colpa, e l’anima del popolo tedesco viene uccisa da menzogne vergognose. Come tedesco, sono ricorso al nostro diritto inalienabile all’auto-difesa per oppormi alle menzogne devastanti dei nostri nemici giurati. E’ un onore, per me e per i miei camerati, dire la verità a beneficio della nostra nazione e, nel caso, andare in prigione per essa. I nostri discendenti ci ringrazieranno per quello che stiamo facendo (Kevin Käther - Berlino, 24.5.2009).


La faccia come il culo, in soldoni. Il 'sunto' di questo post-delirio è però l'imperdibile vignetta iraniana (incorniciata, su "Progetto sociale", dai piagnistei di Käther) che possiamo ammirare (peccato non si possa commisuratamente 'stirarne' l'autore; hint per i più giovani: stira e ammira) a degna introduzione del presente articolo.

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